Un lavoro sano, umano e arricchente nel networking
Qualche mese fa ho iniziato ad attraversare un periodo di crisi professionale, proprio nel momento in cui meno me l’aspettavo.
Avevo l’impressione di non riuscire più a usare i miei errori, esperienze, sogni e fallimenti per costruire un presente radioso e un piano concreto per un futuro ancora migliore.
Mi commuovevo al solo pensiero: in fondo ci avevo rinunciato, ma desideravo tanto tornare a crederci.
Rimandavo: avevo un sogno grande, la speranza che si avverasse, ma non una strategia concreta per costruirlo, giorno dopo giorno.
Certo, per la mia età avevo già fatto grandi cose e lo sapevo. Ma l’avventura doveva pur proseguire, in qualche modo! Non riuscivo a immaginare come, e questo mi causava confusione, disorientamento, agitazione e frustrazione.
Minimo comune denominatore: networking
Una cosa mi era chiara: avevo sempre fatto parte di qualche network.
Sin dall’adolescenza facevo vita di gruppo: realizzare idee innovative insieme agli altri faceva parte della mia natura da decenni. Crescendo avevo portato questa propensione, che era anche un piacere e uno stimolo continuo, nel lavoro.
Come?
Imparando a collaborare, a cooperare in team e a concretizzare progetti in equipe, oltre che da sola.
Successivamente avevo ideato una serie di percorsi formativi per facilitare le donne in questo senso; per ragioni culturali tendono a essere più in difficoltà, rispetto agli uomini:
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vogliono mettersi in proprio e si trovano con una dipendenza affettiva nella vita personale a fare da ostacolo insormontabile alla realizzazione professionale e sociale: non si può essere autonome e dipendenti contemporaneamente.
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Dicono di voler realizzare un proprio progetto professionale, ma come si fa senza definire un chiaro progetto di vita, prima?
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Ci tengono a tenersi al passo coi tempi e a migliorare di continuo le proprie competenze di lavoro in team, ma spessissimo i loro problemi provengono dalla mala-gestione del gruppo famigliare, per esempio.
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O ancora, comunissimo: sul lavoro vorrebbero essere trattate come api regine ma continuano a comportarsi come api operaie; e, in generale, non è per loro profondamente chiaro che le imprese sono fatte dalle eroine, non da donne comuni, e che è proprio eroine che bisogna diventare per dare vita a un’impresa.
Per qualche anno ho proceduto così: guadagnando dall’offrire un servizio di qualità alle donne e godendo dell’immensa soddisfazione nel vedere molte di esse sbocciare e spiccare il volo. Eppure non bastava: pur essendo il mio lavoro dignitoso, apprezzato e stimato, pur dando dei risultati a breve e lungo termine, pur fatturando bene, la mia situazione economica lasciava sempre a desiderare.
All’aumento delle entrate corrispondeva un aumento delle spese, non avevo mai abbastanza tempo per le mie relazioni affettive che quindi ne soffrivano, e il mio guadagno era troppo vincolato al mio lavoro e tempo. Quando l’anno scorso mi sono separata e ho avuto bisogno di due lunghi viaggi per riprendermi psicologicamente, per esempio, le mie finanze ne hanno patito e mi sono ritrovata in diversi guai.
Come fare?
L’unica soluzione consisteva nell’investire nei redditi passivi: cioè quelle entrate “privilegiate” che ci meritiamo quando diventiamo capaci di generare ampi utili; cioè una quota di ricchezza materiale che continua a riprodursi, a prescindere dalla nostra presenza fisica.
Il totale superamento dell’ego, da un punto di vista spirituale 😀 Anche quando stiamo male, partiamo, cediamo la direzione di un progetto a qualcun altro o addirittura moriamo, ciò che abbiamo messo in moto continua a fruttare per la comunità intera, e per questo a noi vengono riconosciuti i cosiddetti redditi passivi, delle entrate svincolate dal nostro lavoro.
Libertà finanziaria, coesione sociale, spiritualità
Non ero arrivata a dei risultati ma avevo capito una cosa preziosissima: la libertà finanziaria si genera con la capacità di creare ricchezza per collettività, a prescindere da noi, di generare e mantenere relazioni stabili e di fiducia,base della coesione sociale.
Quanta spiritualità nella gestione delle economie! Ora sì che iniziava a essermi chiaro il meccanismo alla radice del benessere economico e che cominciavo ad avere una motivazione forte e veramente mia a guadagnare tanti soldi e investire nei redditi passivi!
Un giorno pranzavo sola nel dehor di un bel sushi-restourant, nel tepore dorato di settembre, leggendo un libro di R. T. Kiyosaki. Mi scorsero davanti i 12 anni della mia brillante carriera di coach. Avevo tutto ciò che ogni persona desidera e a un’età encomiabile, ma una sensazione strana di fondo: un ciclo si chiudeva e un altro si apriva.
12 anni nel mio meraviglioso lavoro col Life Coaching Spirituale portato da me in persona in Italia e meritevole di avermi resa un punto di riferimento per molti a soli 34 anni, ma di fatto succedeva anche altro:
- il divertimento, l’avventura e la passione del passato non c’erano più. La vita mi invitava a nuove sfide, ad alzare il tiro. E mi servivano una quantità di coraggio, fiducia e soldi per farlo che… paura!
- Aspettando non sarebbe successo niente; dovevo muovermi. Le cose non sarebbero migliorate limitandomi a ripetere, dalla mia zona di comfort, grandi sogni ormai realizzati. Dovevo assumermi la responsabilità di fare il salto.
- Ero comoda, stabile, affermata, ricca, amata; in teoria avevo tutto. Ma dentro ogni cosa iniziava a crollare, rischiavo di cedere alla mediocrità. Accontentarmi? Apprezzare quello che ho? Volare basso perché potrei cadere e farmi male? No: questa non è la mia vita, potevo fare di più.
Apprezzo quello che ho ma vado oltre; ho sempre volato altissimo e intendo continuare; ogni volta che cado e mi faccio male, dopo, faccio salti quantici spettacolari!
Questo rischiavo: perdere desiderio, motivazione, eccitazione, piacere, voglia di vivere, slanciarmi e osare; quel brivido che rende le giornate degne di essere vissute.
Ho deciso: ho detto Basta!
Ogni risultato concreto, stabile e duraturo è un avanzamento prima spirituale, poi relazionale e infine materiale.
Ho preso i miei numerosi rapporti di fiducia coltivati in decenni, le mie risorse economiche e tutta la forza che avevo in corpo, e ho avviato una nuova attività imprenditoriale nel settore del networking.
Non ho ancora ottenuto grandi risultati in fatturato, ma
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ho di nuovo un futuro davanti, non solo un sogno ma possibilità concrete per me, per i miei posteri e per tutta la collettività di cui faccio parte;
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il benessere che posso offrire non è più solo affettivo, emotivo, psicologico e spirituale, ma anche materiale ed economico: posso offrire un lavoro umano, dignitoso e arricchente ai più meritevoli, il che è estremamente importante per me;
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cogli utili che contribuisco a generare posso partecipare a degli investimenti in progetti sociali a cui tengo sin da ragazza: la costruzione di scuole in alcuni paesi in cui non ce ne sono abbastanza, la riforestazione e la compensazione dell’emissione di CO2.
La mia vita ha ricominciato ad avere un senso e una direzione che mi piacciono, corrispondono e rendono felice; poter condividere tutto ciò con tantissime persone è un fattore determinante, in tale realizzazione. E tutto è partito dall’avvio di una “banalissima” attività imprenditoriale e, ancor prima, da una crisi lavorativa. Se è andata così a me… 😉
Ilaria Cusano
www.ilariacusano.it
Pagina FB: Mercante d’Estasi
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